loading . . . AGCOM ha stabilito che le CDN rientrano nelle reti di comunicazioni elettronica. Cosa significa e quali implicazioni ? E’ uscita la notizia che AGCOM ha deliberato che le Content Delivery Network (CDN) rientrano nella definizione di rete di comunicazione elettronica e devono pertanto essere soggette al regime di autorizzazione generale previsto dal Codice delle comunicazioni elettroniche. (key4biz)
Cominciamo col dire che e’ dal 2024 che è espressamente previsto nel codice comunicazioni italiano che le CDN debbano ottenere autorizzazione. Quindi, la delibera non desta nessuna novità… Se fino ad adesso si erano chiusi entrambi gli occhi, adesso invece si aprono.
Che implicazioni pratiche ha ?
Che chi ha/gestisce una CDN deve ottenere l’autorizzazione (che non può ragionevolmente essere negata. non essendo aziende in odore di associazione a delinquere..) . Come elenca Key4biz Netflix, Amazon Prime Video, YouTube/Google, DAZN, Disney+, Meta-Facebook-Instagram, TikTok, akamai, Cloudflare, ma anche Amazon Web Services, che gestisce/eroga Cloudfront e Microsoft che gestisce/eroga Azure CDN.
E non finisce qui: AdvancedHosting, BunnyCDN, BytePlus, CacheFly, CDN77, CDNetworks, CDNvideo, EdgeNext, Fastly, Gcore, Imperva, KeyCDN, Lumen, Medianova, OVH, StackPath, TencentCloud (vedremo quanti chiuderanno il nodo italiano…)
Ah, anche Raiway…
Quali conseguenze ?
La prima è positiva per AGCOM: le aziende devono iscriversi al Registro degli Operatori di Comunicazione e versare il loro contributo ad AGCOM per i costi dell’Autorità vigilanre. E’ un buon affare per AGCOM.
Poi ci sono effetti per le aziende: A questo punto sono soggette a vigilanza di AGCOM e possono essere sanzionate. Ad esempio se non ottemperano alle delibere tipo Piracy Shield.
Ma non solo, possono essere oggetto di misure di intercettazione legale. Già me li vedo in Microsoft ottemperare a richieste di traffico di clienti di Azure CDN.
E come la mettiamo con il fair share ?
Alcuni ritengono che, una volta che sia acquisito il fatto che le CDN sono degli operatori vigilati da AGCOM, possano sfruttare questo fatto per risolvere dispute in materia di interconnessione: ad esempio l’operatore telecom X potrebbe denunciare problemi di interconnessione con l’operatore CDN Y e chiedere che AGCOM intervenga per farsi pagare. Un modo per reintrodurre il fair share. Il problema è che AGCOM non ha tra i suoi compiti quello di stabilire condizioni economiche in materia di interconnessione ma di facilitarla e la facilitazione avviene al minor prezzo possibile, non al maggiore.
Gli operatori telco che pensassero ad avvalersi di questo provvedimento per cominciare un contenzioso per vedersi riconosciuta una parte del costo della propria infrastruttura, dovrebbero fare molta attenzione. Questo non c’è nel quadro europeo e rischiano di vedersi riconosciuto come prezzo il minore possibile (anche 0).
Attenti a ciò che si desidera. …
If you like this post, please consider sharing it. https://blog.quintarelli.it/2025/08/agcom-ha-stabilito-che-le-cdn-rientrano-nelle-reti-di-comunicazioni-elettronica-cosa-significa-e-quali-implicazioni/