loading . . . Investimenti circolari Alpha compra da Bravo strumenti per un milione
Bravo compra da Alpha strumenti per un milione
Entambi hanno fatturato un milione
Entrambi ammortizzano l’investimento in 3 anni
Entrambi, nell’anno corrente, hanno profitti per 666K
La valutazione delle aziende decolla… (E magari, grazie ai profitti booming, riescono a farsi prestare soldi con cui comprare qualche business che l’anno prossimo riuscirà a coprire i 333 di ammortamento)
Fino a quando si smette di crescere e arriva il momento in cui bisogna segnarsi le perdite. Questo accadde nella bolla delle dotcom con la pubblicità
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Charlie è quotata in borsa. Vale 25 volte i ricavi (si, lo so, è folle, ma cose di questo genere stanno accadendo).
Charlie possiede 1 milione in azioni proprie con cui compra una quota nella società Delta (in aumento di capitale), pagandola in azioni.
Delta si impegna, a fare investimenti infrastrutturali, tra cui, per la metà, comprare gli strumenti che Charlie vende. (Li pagerà con i soldi che prenderà vendendo in borsa le azioni di Charlie che ha appena ricevuto)
Delta compra 500k di prodotti di Charlie
Charlie aumenta i suoi ricavi di 500k, la borsa premia la crescita sostenendo il titolo e quei 500k valgono 25x, ovvero 12,5 milioni.
Betsaida 2.0
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Echo possiede una rete in fibra
Anche Foxtrot possiede una rete in fibra
Si vendono reciprocamente pezzi di rete e li mettono in ammortamento (come all’inizio del post)
La borsa li premia.
Finchè qualcuno punta il dito e…
Dejà vù. Succedeva nel 2001, quando la bolla delle dotcom si stava sgonfiando
> Enron and the telecommunications giant Qwest Communications struck a deal last fall to swap fiber optic network capacity and services at exaggerated prices in an effort to improve each company’s financial picture, executives close to the deal said this week.
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> Details of the deal, which were not announced at the time but have been disclosed in recent filings in Enron’s bankruptcy case, indicate that the two companies raced to complete the transaction as the third quarter was ending in September. Enron and Qwest valued the transaction at more than US$500 million, but analysts said the timing and the valuation would be hard to justify because by last fall a glut of fiber optic capacity had sent network prices plummeting.
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> Similar deals by other companies in the last few years have become the focus of inquiries by federal prosecutors, the Securities and Exchange Commission and Congress, as investigators try to determine whether the network swaps were legitimate transactions or sham deals meant to lift revenues artificially. So far, in describing its responses to SEC questions, Qwest, the dominant telephone company in 14 Western states, has said publicly that its swaps are based solely on the needs of its network operations.
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> But executives close to the Qwest-Enron deal, one of the largest recorded, said the swap had other objectives. It helped Qwest soften a deteriorating situation in profit and revenue at the end of last year’s third quarter, the executives said. The deal also allowed Enron, which was tumbling toward a bankruptcy court filing, to avoid recording a huge loss by selling an asset whose value had plummeted on the open market, they said.
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> “Qwest said: we will overpay for the assets, and you will overpay me on the contract,” one former Enron executive said. “They had a pinch in the third quarter and needed a deal.”
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> A financial analyst looking at the deal’s details for the first time this week, questioned the need for a swap. “It’s totally irrational to buy capacity from Enron,” said Patrick Comack, a telecommunications analyst at the investment house of Guzman & Co in Miami. “This is clearly a swap for accounting purposes.”
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> Arthur Andersen, which was indicted earlier this month by the Justice Department on obstruction of justice charges tied to Enron’s collapse, signed off on the way Qwest and Enron accounted for the deal.
Se il reciproco acquisto di fibra fosse stato ragionevole, se ci fosse una legittima asopettativa di necessità e quindi utilizzo, non ci sarebbero stati problemi.
Il problema nasce quando il deal non è ragionevolmente necessario e viene fatto non per reali ragioni di business ma per ragioni di cosmesi finanziaria.
Enron Corporation, una delle più grandi multinazionali statunitensi, è fallita nel 2001.
Qwest è stata acquisita nel 2010, il CEO dell’epoca, Nacchio, è stato condannato a 6 anni di carcere. Arthur Andersen, il colosso dell’epoca della consulenza e della revisione dei conti (oltre 9miliardi di fatturato nel 2001), si è dissolta nel 2002. Alcune parti, separate dalla vecchia Athur Andersen, continuano ad operare oggi con i marchi Accenture e Protiviti. per pratiche analoghe di gonfiamento di ricavi, anche MCI Worldcom, uno dei maggiori operatori internet dell’epoca i cui revisori dei conti erano sempre di Arthur Andersen, ha fatto bacarotta nel 2002. La più grande bancarotta della storia, superata poi da quella di Lehman Brothers quando scoppiò la bolla dei mutui subprime (che portò alla grande recessione mondiale) con una frode che fu superata poi dallo schema ponzi di Madoff. L’amministratore delegato di Worldcom, Ebbers, fu condannato a 25 anni di carcere. Vendette tutti i suoi averi per fare fronte alle cause e a sua moglie rimasero beni per 50mila dollari.
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Le azioni CoreWeave hanno registrato un aumento di quasi l’8% dopo l’annuncio di un ordine da 6,3 miliardi di dollari a Nvidia. Ma l’accordo include una clausola: Fino al 2032, Nvidia è obbligata a riacquistare la capacità GPU inutilizzata di CoreWeave. Non è specificato a che prezzo.
Quanti di quei 6,3 miliardi Nvidia potrà avere come ricavi dipende dalla probabilità che gli tornino indietro o, piu’ probabilmente, il modo migliore per contabilizzarli sara’ accantonando una posta fino al 2033 per possibili costi futuri, operazioni che devono essere avallata dai revisori, PWC. (Faccio notare che fatturare non vuol dire incassare.. tecnicamente posso vendere 6,3 miliardi e farmi pagare persino nel 2033, dopo che avroò contabilizzato quante schede sono state usate. oppure potrei pagare man mano che le schede vengono usate.. oppure.. ma sono solo malignità)
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Oracle annuncia un accordo cloud da centinaia di miliardi di dollari con OpenAI. Il mercato reagisce immediatamente: le azioni Oracle salgono, Il patrimonio di Larry Ellison aumenta di 100 miliardi di dollari. A questo punto, nessun prodotto è stato ancora distribuito e nessun ricavo è stato realizzato.
Il fatturato annuo stimato di OpenAI per il 2025 si aggira intorno ai 10 miliardi di dollari.
L’impegno ipotizzato con Oracle è di 60 miliardi di dollari all’anno, sei volte il suo fatturato attuale. Sostenibile se i ricavi di OpenAI crescono in modo senza precedenti.
Oracle investe direttamente in OpenAI. OpenAI utilizza i fondi per pagare Oracle per i servizi GPU e cloud (che Oracle compra da Nvidia). Oracle registra parte di questa spesa come ricavi, riporta una “crescita record”. Oracle sta effettivamente finanziando le proprie entrate.
Betsaida 2.0
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Soros dice che le percezioni di crescita guidano l’allocazione del capitale, che a sua volta crea una crescita temporanea che conferma la percezione originale.
Gran parte dell’accordo da 300 miliardi di dollari è a termine, legato a GPU e data center che ancora non esistono. Intanto Oracle guadagna fiducia del mercato (Trust e Groupthink di Odlyzko) premiandola oggi per ricavi che potrebbe ottenere tra anni.
Ficnhè c’è crescita sottostante, le cose continuano ad andare e percezione e realtà interagiscono.
> The course of events leads not only from facts to facts but also from facts to the participants’ perceptions (the cognitive function) and from the participants’ decisions to facts (the manipulative function)….
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> …either perceptions can change to match reality or perceptions can lead to actions which change reality to match perceptions…
Se poi la realtà cambia, la percezione seguirà…
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Ci sono similiarità con il passato.
Lo scambio di fibre ottiche nel settore delle telecomunicazioni.
Lo scambio di pubblicità nell’era delle dot-com.
Il wash trading nei mercati delle criptovalute.
In quei casi, le aziende hanno gonfiato la crescita senza creare realmente valore
Le bolle possono durare a lungo perché tutti hanno un incentivo a continuare a giocare. La bolla delle dotcom ci mise due anni e mezzo a sgonfiarsi.
Finchè qualcuno non chiede “ma quanto vale realmente questa roba ?”
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