L’Euclid Consortium @ec-euclid.bsky.social ha reso disponibile alla comunità scientifica il più grande catalogo simulato di galassie mai realizzato. Comprende 3,4 miliardi di galassie, ciascuna modellata con 400 proprietà, tra cui luminosità, posizione, velocità e forma. Su MediaInaf Tv.

Sono tutti velocissimi, i getti emessi dai buchi neri. Ma alcuni più degli altri. Ora uno studio potrebbe aver scoperto cosa li contraddistingue. A firmarlo, Rob Fender di @ox.ac.uk e Sara Motta dell’Istituto nazionale di astrofisica.

L’Inaf partecipa anche quest’anno alla Notte europea dei ricercatori e delle ricercatrici con attività sparse su tutto il territorio italiano – a Roma, Catania, Palermo, L’Aquila, Teramo, Milano, Firenze, Bologna, Napoli, Trieste, Padova, Torino e Cagliari. Appuntamento a venerdì 26.

È il più grande catalogo simulato di galassie mai realizzato. Rilasciato oggi da @ec-euclid.bsky.social, comprende 3,4 miliardi di galassie, ciascuna modellata con 400 proprietà, tra cui luminosità, posizione, velocità e forma.

Sono tra i telescopi più grandi che esistano, e tecnicamente non osservano lo spazio bensì l’atmosfera terrestre. La prossima lettera dell’alfabeto cosmico è la ‘T’ di Telescopio #Cherenkov. Su MediaInaf Tv.

Ricordate il “neutrino di Portopalo”? Quello con energia stimata attorno a 220 PeV intercettato nella notte fra il 12 e il 13 febbraio 2023 dai rivelatori sottomarini di Km3NeT? Potrebbe essere stato emesso dall’esplosione di un buco nero primordiale, dice uno studio del @mitpress.bsky.social.

Dalla Certosa di S. Martino alla collina luminosa di Capodimonte fino alle strade di Spaccanapoli, orientate astronomicamente, «questa guida propone itinerari pratici per riscoprire nei monumenti, nelle strade e nelle collezioni museali, il dialogo millenario tra cielo e città», dice Mauro Gargano.

Cresciuta in campagna sotto un cielo bello da osservare, ha iniziato con l'astrofotografia su pellicola. Ora si occupa di pianeti che, pur privi di atmosfera, somigliano alla Terra. È Francesca Zambon dell’Inaf Iaps di Roma, oggi protagonista di “Incontri”, la serie a cura di Davide Coero Borga.

Osservandolo con il Vlt dell’Eso e altri telescopi si è scoperto che l’asteroide 1998 KY26, prossimo obiettivo della sonda Hayabusa2, ha un diametro di solo 11 metri e che ruota su sé stesso in appena 5 minuti. Caratteristiche che rendono la manovra di touchdown molto più complicata del previsto.

Eccolo. È l'asteroide 2025 FA22, ripreso alle due di questa notte con il sistema Tandem della Stazione astronomica di Loiano mentre sfrecciava a un milione di km dalla Terra. Ogni trattino è il risultato di 60 secondi di posa. Crediti: Albino Carbognani, Manuel Barbetta e Stefano Palmiotto.

L'approdo alla seconda meta – dopo Ryugu – della sonda giapponese potrebbe rivelarsi più ostico del previsto: l’asteroide 1998 KY26 è infatti molto più piccolo (11 metri) e ruota su sé stesso assai più velocemente (un giro ogni 5 minuti) di quanto si pensasse.

Osservato dal James Webb Space Telescope un getto di gas lungo otto anni luce emesso da una giovane stella massiccia ai margini della Via Lattea. La scoperta offre nuovi indizi sulla formazione stellare in ambienti a bassa metallicità, simili a quelli dell’universo primordiale.

Le molecole organiche osservate nei pennacchi della luna di Saturno #Encelado potrebbero non provenire dall’oceano sotterraneo. A proporre una spiegazione alternativa è uno studio guidato da Grace Richards dell’Inaf Iaps di Roma. L’abbiamo intervistata.

Lo hanno addestrato a emulare i migliori modelli cosmologici, fino a che la sua rete neurale non ha imparato a prevederne i risultati a partire dalle stesse enormi moli di dati. Poi ne hanno stimata l’accuratezza. Risultato? Come quella del modello che imita, a volte addirittura migliore.

Sono gli eventi esplosivi più violenti del Sistema solare. E ora si è scoperto che possono raggiungere temperature molto più elevate di quel che si pensava: gli ioni, in particolare, possono arrivare a 60 milioni di gradi e oltre.

Fino al 19 settembre Cefalù è la capitale mondiale dei microquasar. E domani, giovedì 18, è in programma anche una serata di astronomia, musica, arte e poesia aperta al pubblico (link con info nei commenti).

Per la prima volta è stato possibile studiare il materiale di un asteroide lungo l’intero percorso, dallo spazio al laboratorio. Oggetto dello studio è 2023 CX1, il settimo asteroide mai individuato prima di un impatto, esploso nei cieli della Normandia la notte del 13 febbraio 2023.

Un nuovo studio pubblicato su Nature mostra che le rocce dell’asteroide sono state soggette a scorrimento di acqua allo stato liquido. Probabilmente Ryugu è una cometa estinta: ciò porterebbe almeno a raddoppiare la quantità di acqua portata sulla Terra dagli impatti degli asteroidi carbonacei.

Uno studio guidato da Roberta Giuffrida dell’Inaf e dell’Università di Palermo mostra come il resto di supernova Puppis A si comporti con efficienza da acceleratore di particelle attraverso meccanismi diversi nelle sue varie regioni.

Ora live su Media Inaf, vi aspettiamo!

È lui, M87*, il primo buco nero a essere stato “fotografato”. Gli scienziati dell’Event Horizon Telescope non si sono però accontentati di quel primo storico “scatto”, e negli anni hanno continuato a riprenderlo. Scoprendo così che è un oggetto tutt'altro che statico.

Inadatto per una spada laser, potrebbe però avere molte altre applicazioni interessanti. Materiale richiesto: un condensato di Bose-Einstein di rubidio-83.

Fa a gara con la luminosità di una galassia e produce molti degli elementi presenti nel corpo umano. La prossima lettera dell’alfabeto cosmico è la ‘S’ di #supernova. Su MediaInaf Tv.

Si è conclusa oggi a Napoli, all’Inaf - Osservatorio astronomico di Capodimonte, la Conferenza degli addetti scientifici e spaziali ed esperti agricoli. Quale sia il loro ruolo lo abbiamo chiesto all’astrofisico Luca Valenziano, addetto scientifico presso il Consolato generale d'Italia a Zurigo.

Dall'esplorazione spaziale alle comete, passando per sostenibilità e innovazione tecnologica, fino a riflessioni più ampie sul ruolo delle donne nella scienza. Sono alcuni dei temi trattati nel volume “Donne fra le stelle” (Springer, 2025). Letto per voi da Gabriella Bernardi.

Quando si dice che le migliori idee nascono dietro un bicchiere di vino, lui non può che confermare. Perché è un astrofisico sommelier. Nato come cosmologo, ora studia la formazione stellare. Oggi a “Incontri”, la serie a cura di Davide Coero Borga, Alessio Traficante dell’Inaf Iaps di Roma.

Immortalata da Contrada Sant’Ippolito, a #Modica, la #luna di Marcella Giulia Pace si è aggiudicata il primo premio nella categoria “Our Moon” dell’ #Astronomy #Photographer of the #Year. «Non è la classica foto da cartolina, ma un’immagine che unisce estetica e scienza», dice a Media Inaf.

Un fenomeno del tutto inedito, come raramente capita di vederne nell'universo, è stato osservato dagli astronomi all'inizio dello scorso luglio. Ci spiega tutto Silvia Piranomonte, fra le autrici dell’articolo che riporta la scoperta su ApJL.

Per giungere a destinazione gli mancano ancora un milione e mezzo di km. Ma intanto Plato, il telescopio spaziale per la ricerca di esopianeti dell’Esa, è approdato sano e salvo a Estec. Con un commento di Isabella Pagano, co-principal investigator di Plato e direttrice scientifica dell’Inaf.

Da 15 al 19 settembre a #Cefalù si terrà il “Microquasar Workshop“. In programma anche un’iniziativa rivolta alla cittadinanza: “Il meraviglioso teatro del cosmo”, evento di divulgazione scientifica che intreccia astronomia, musica, illustrazione e poesia. www.media.inaf.it/2025/09/11/m...

Nelle rocce marziane analizzate dal rover della Nasa sono presenti alcune caratteristiche che, se fossero riscontrate qui sulla Terra, potrebbero essere spiegate da processi microbici. Lo riporta un articolo pubblicato ieri su Nature. Fra gli autori dello studio c’è anche Teresa Fornaro dell’Inaf.

Come in un tango a due, un’avida nana bianca non lontana da noi sta divorando la sua compagna celeste a una velocità mai vista prima.

Oggi al Padiglione Italia di #Expo2025 è stato presentato “Galileo’s Legacy”, progetto di didattica e divulgazione astronomica. Da Osaka il servizio di Giulia Mantovani.

I risultati dell’analisi del “ringdown” delle onde gravitazionali associate all’evento di fusione fra buchi neri Gw 250114 confermano due teoremi fondamentali dei buchi neri: sono descrivibili con due soli parametri (massa e spin) e l'area del loro orizzonte degli eventi può solo aumentare.

Un (mega)botto e via. Così li abbiamo visti comportarsi i lampi di raggi gamma da quando li conosciamo. Fino al due luglio scorso, quando per la prima volta ne è stato osservato uno che in una manciata di ore è esploso tre volte. L’origine? Sconosciuta, ma al di fuori della nostra galassia.

🗞️ #EPSCDPS2025: Study by Grace Richards (@media.inaf.it) et al. Questions Ocean Origin of Organics in Enceladus’s Plumes: bit.ly/epscdps_plumes

Corre come una cometa? Brilla come una cometa? Si comporta come una cometa? Chi è? È la cometa! Su R̵i̵e̵d̵u̵c̵a̵t̵i̵o̵n̵a̵l̵ ̵C̵h̵a̵n̵n̵e̵l MediaInaf Tv.

Giace al centro della Nebulosa Aragosta, a 5500 anni luce da noi, ed è una fra le regioni di formazione stellare più prossime alla Terra. Fotografata da @nasawebb.extwitter.link mostra qui tutto il suo splendore.

Mercoledì 10 settembre all’Expo2025 di Osaka l’Inaf sarà presente al Padiglione Italia, insieme al Museo Galileo e a Vis - Virtual Immersions in Science, con il progetto di didattica e divulgazione astronomica “Galileo’s Legacy”.

La radiazione cosmica di fondo è quello che rimane dell’energia del big bang. Viaggia da 13 miliardi e 800 milioni di anni. Ha una temperatura di appena 2,7 gradi sopra lo zero assoluto. Ed è la protagonista della nuova puntata dell'alfabeto cosmico. Con Simone Iovenitti, su MediaInaf Tv.

Questa sera nei migliori cieli d’Italia. Ed eventualmente anche live su EduInaf.

Colleghi e amici ricordano Piero Salinari, il padre della scuola di ottica adattiva italiana, venuto a mancare martedì scorso a Firenze.

Si chiama Deep Loop Shaping ed è un algoritmo di apprendimento automatico capace di sopprimere il rumore dovuto alle vibrazioni degli specchi di #Ligo da 30 a 100 volte meglio rispetto ai metodi tradizionali. A metterlo a punto, un team di ricercatori di Google, del Gssi e del Caltech.

Potremmo dire che si occupa di stelle che mangiano altre stelle: buchi neri o stelle di neutroni che risucchiano materia dalle stelle compagne. Si chiama Roberta Amato, lavora all’Inaf di Roma ed è la protagonista di questa puntata di “Incontri”, la serie a cura di Davide Coero Borga.

Le macchie solari non sono una prerogativa del nostro Sole: anche altre stelle le hanno. Sfruttando il “metodo dei transiti” – una fra le tecniche per la rilevazione degli esopianeti – è possibile riuscire a mapparle. Ecco come.

Individuate tracce di composti organici associati a solfati in campioni prelevati nel cratere marziano Jezero. Sebbene l’origine più probabile sia quella abiotica, non è possibile escludere che queste molecole siano residui derivanti dalla degradazione di materia microbica antica.

In uno degli articoli pubblicati ieri su Media Inaf vi abbiamo mostrato gli spettri della cometa interstellare ottenuti con Jwst. Nel video del giorno di oggi, invece, le immagini di 3I/Atlas riprese da Hubble. Su MediaInaf Tv.

Dieci anni fa un team di creativi e ricercatori della Nasa lanciò un’insolita campagna di comunicazione con una serie iconica di poster che illustravano gli esopianeti più noti, immaginandoli come una destinazione turistica esotica. Ne parla uno studio pubblicato ieri su @jscicom.bsky.social.

Domenica 7 settembre la #Luna si tingerà di rosso: potrete seguire la diretta speciale di Edu Inaf su YouTube e Facebook dalle ore 19:15. #eclissi

La chioma della cometa interstellare 3I/Atlas è parecchio “frizzante”. A dirlo, gli spettri in infrarosso acquisiti con @nasawebb.extwitter.link.