(Avrei bisogno di perdermi dentro un temporale. Respirare pioggia. Seguire la curvatura iridescente di un'utopia. I suoi frammenti di luce)

Lungo la mia strada. (Sono un'ombra china tra i colori accesi d'autunno)

Il Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo su sfondo blu. (Da apprezzare il fatto che riesco ancora da inchinarmi con apparente disinvoltura)

Alle domande più difficili bisognerebbe rispondere : “questo non lo sappiamo e non lo sapremo mai”, e poi uscire dall’inquadratura, come Alberto Angela.

E anche di questo lunedì salviamo solo il blu.

Con questa vocazione a perdermi. Dove la città finisce. Dove il rumore diventa silenzio.

Non è vero che nelle ciclabili di Roma non trovi nessuno.

Ieri una bellissima serata, nel nome dell'amicizia.

In bilico... (la Luna e Monte Gennaro) Che sia una serata speciale per tutti voi 🌕

Roma: riflessioni di novembre.

La quiete dopo la tempesta.

Scorci della val d'Isarco.

Selfie. (Di quando arriva la domenica sera, sei ancora sul divano, ma inizi a pensare al lunedì, sospeso tra nichilismo e rassegnazione)

Mai sottovalutare il potere terapeutico del blu

Hic et nunc

Il gazometro nascosto tra l'autunno e il blu, mentre il Tevere scorre silenzioso.

La gentilezza è un modo di stare al mondo. Non attecchisce dove c'è aridità.

La domenica sera è uno stato d'animo e oggi lo lascio raccontare da questa immagine qui.

Sono passato ora dove è avvenuto l'incidente in cui è morta questa ragazza. Forze dell'ordine, fiori sul ciglio della strada, un lunghissimo brivido lungo la schiena. Rispettatela la vita, se non la vostra almeno quella degli altri. Rispettatela🖤

Quanto senso di liberazione c'è nel sentirsi finalmente disarmati. Nell'abbandonare ogni difesa. Essere se stessi nel guscio di un momento. Essere insieme nello stesso tempo.

Borromini e il blu notte.

[Forse l’eleganza sta proprio lì: nel saper mostrarsi senza imporsi, nell’essere luce senza accecare, presenza senza invadenza. Affacciarsi, allora, non è solo guardare fuori, ma anche scegliere come esserci.]

Poi è finita così. (Ai miei occhi più banale, pero', pero'...)

Oggi più Camille Corot.

Chissà qual è il senso della malinconia

[Fermarsi a fotografare il cielo è un modo d'essere, uno stato d'animo.]

Un po' Turner, un po' Sturm und Drang.

(Questo mio continuo oscillare inquieto tra illuminismo e romanticismo, gotico e barocco, verismo e impressionismo, vita pensata e vita vissuta)

La domenica senza auto e altri sogni così.

I primi colori d'autunno, questo dolce curvare e poi il blu, sempre il blu.

(Cosa me ne faccio di questa serata che non ha nemmeno il coraggio di essere triste)

Gli Israeliani tornano nella loro terra e trovano equipe medica, ospedali super accessoriati di strumenti medici, psicologi e condizioni di vita adeguate. I Palestinesi tornano a casa senza trovare niente. Solo macerie. C'è differenza sempre tra poveri e non...

Ce l'ho, "in pinezza" 💚

Stella del mare, sono persa tra le tue onde Nella notte che smarrisce la strada Nel buio che con le parole si alimenta Stella del mare, sei sdraiata stancamente E di giorno nascondi un continente Tra pieghe chiare e profili sfuggenti

E anche di questo lunedì salviamo solo il blu.

Tavolozza per i pensieri.

Poi c'è questo momento leggero, transitorio eppure "pieno" di felicità riflessa. Di felicità per l'altro. Di felicità che viaggia lungo lo stesso sentire.

Tutto scorre ma qualcosa resta. (Il tempo e l'eterno)

"Tutte ste strade che porteno qui E ancora che te ce perdi È quello il trucco, Roma è fatta così Così ndo arivi te fermi"

"Lo vedi tutto quel marmo laggiù Lo vò tocca tutto er monno Tutte ste chiese che guardeno in sù Chissà da quanto ce stanno" (To be continued)

"E da qua sopra che te se po dì Io non me ne ero mai accorto Che pare sempre che stai a dormì Co n'occhio chiuso e uno aperto" (To be continued)

"Non t'ho mai vista Roma da qui. Dai arifamme fa l'occhi Che no spettacolo bello così Li vale tutti sti spicci" (To be continued)

[È che non lo puoi odiare il temporale, se t'innamori delle nuvole.]

Per i greci non bastava un termine per indicare il tempo. E così Chronos era il tempo come lo consideriamo oggi: oggettivo, lineare, lo scorrere di una clessidra. Kairos era invece il tempo qualitativo, interiore, il momento giusto. Il tempo "vissuto". (Perché c'è tempo e tempo)

Con dovizia di particolari: Lungotevere, luce del tramonto sui mosaici d'oro di S.Paolo fuori le Mura, luna tra le nuvole dei cieli volubili d'autunno.

No, non siamo in Toscana. Che tu ci creda o no, siamo in Via della Magliana.

Poi dici che uno si innamora.

Se anziché rappresentare gli italiani radicalizzi le divisioni e ti mostri sprezzante verso larghe fasce della popolazione stai sconfessando, senza accorgertene, la tua sbandierata idea di Nazione.

Il peso del dovere, passi veloci e occhi stanchi Di vivo, oggi, solo i cieli volubili d'autunno.

Anch'io sopporto i pesi con questa leggera smorfia di fastidio misto a disappunto.